Quando l’UE applica l’articolo 2
Negli ultimi vent’anni, l’Unione Europea non ha esitato ad adottare misure punitive nei confronti di alcuni partner quando sono stati violati principi democratici fondamentali:
- Bielorussia: Sanzioni e riduzione dei rapporti diplomatici sono stati imposti rapidamente dopo la repressione delle proteste e la manipolazione elettorale da parte del regime di Lukashenko.
- Russia: A seguito dell’annessione della Crimea nel 2014 e della successiva invasione su larga scala dell’Ucraina, l’UE ha sospeso gli accordi di cooperazione, congelato beni e imposto sanzioni estese — giustificate in parte dall’articolo 2.
- Siria: I crimini di guerra documentati del regime di Assad hanno portato a una sospensione delle relazioni bilaterali e a sanzioni mirate contro individui e settori.
- Tunisia: Con la deriva autoritaria del paese e le violazioni dei diritti dei migranti, l’UE ha rivalutato gli aiuti e i termini della cooperazione.
- Palestina: Caso emblematico, l’UE ha talvolta sospeso i finanziamenti all’Autorità Palestinese a causa di presunta incitazione nei testi scolastici o per carenze nella governance — invocando esplicitamente o implicitamente la clausola dei diritti umani.
Quando l’articolo 2 resta inapplicato
Nel caso di Israele, beneficiario dal 2000 di un Accordo di Associazione con l’UE, tale clausola non è mai stata attivata — nonostante un’ampia documentazione riguardo a:
- violazioni sistematiche dei diritti umani nei territori palestinesi occupati;
- azioni militari sproporzionate e indiscriminate;
- espansione di insediamenti considerati illegali dal diritto internazionale;
- politiche di blocco e punizioni collettive.
L’UE non solo non ha sospeso né rivisto l’accordo — ha continuato ad espandere la cooperazione settoriale e gli scambi tecnologici. L’articolo 2 non è mai stato invocato come base per una revisione o una condizionalità.
La contraddizione fondamentale
Questa incoerenza appare ancora più evidente se si considera l’accurato esame da parte dell’UE dei contenuti educativi palestinesi, accusati di incitamento, mentre vengono completamente ignorati i discorsi etno-religiosi estremisti presenti nel sistema educativo e politico israeliano — comprese interpretazioni suprematiste di passaggi talmudici promossi da figure pubbliche e partiti politici. Passaggi che, se fossero inclusi nei testi palestinesi, genererebbero immedia...
L’asimmetria nella risposta non è solo giuridica — è profondamente morale.
La domanda
Come può una clausola giuridica essere applicata con tanto rigore contro attori deboli o geopoliticamente irrilevanti — e ignorata nei confronti di un alleato strategico, anche se accusato credibilmente di pulizia etnica, apartheid e crimini di guerra?
Se l’articolo 2 non è universale, allora non è un principio.
E se non è un principio, cosa rimane dell’autorità morale dell’Unione Europea?